Versilia in bicicletta
non solo mare, non solo estate
Lo ricordo con l’emozione di quando fai un incontro di persone belle e con le quali passi dei bei momenti. Grazie di cuore a Vito e Federica e a tutta l’allegra compagnia di biciamici!
Articolo scritto da Vito Caiata su Bikeitalia.it
Ci sono luoghi che a causa della loro tradizionale vocazione balneare restano intrappolati in questa riduttiva definizione e finiscono per essere snobbati dai viaggiatori più esigenti. Venite con me a scoprire cosa d’altro c’è in Versilia.
La Versilia giace abbracciata fra il Mar Ligure e le Alpi Apuane. Nella sua estensione comprende un’incredibile varietà di ambienti: mare con dolci spiagge sabbiose, montagne e colli ricoperti dalla profumata macchia mediterranea, ambienti lacustri e fluviali popolati da moltissima fauna selvatica.
Tra l’interessante fauna locale ci sono quelli di biciamici.net, gente in gamba che si riunì la prima volta per difendere il diritto di pedalare in sicurezza a Viareggio da maldestre amministrazioni, per poi diventare onlus e difendere quotidianamente la mobilità in bici di tutta la Versilia.
Abbiamo il piacere di soggiornare al Petit Hotel a Lido di Camaiore in Versilia. Marta e Alberto sono partiti qualche anno fa dal Piemonte per inseguire i loro sogni: hanno rilevato il vecchio hotel della nonna di lei, si sono rimboccati le maniche e hanno creato un piccolo e accogliente albergo dallo stile semplice e fresco, dove tira un’aria familiare e la deliziosa cucina rinfranca lo spirito dopo le lunghe pedalate. Sono due ragazzi pieni di iniziativa che non hanno faticato a inserirsi nella comunità locale, e eroi locali della bicicletta da quando sono usciti sul Tirreno per aver offerto aperitivo gratuito a tutti i clienti che si fossero presentati in bicicletta.
Nelle loro cerchie ci sono anche Alessandro e Anna, anch’essi cacciatori di sogni e fondatori di Versilia e-Bikes tour. Dalla passione di lui per la MTB a pedalata assistita e dalla conoscenza del territorio nasce l’idea di portare i turisti a esplorare le parti più e meno battute della Versilia.
Abbiamo solo un paio di giorni per assaggiare i tour offerti: il primo giorno sarà più cittadino, il secondo giorno ce ne sarà uno, più lungo, a sfondo naturalistico.
Finalmente inforco questo bizzarro mezzo che è la mountain bike a pedalata assistita. La bici è una MEG, di fabbricazione italiana, un po’ ingombrante ma equipaggiata di tutto punto: freni a disco idraulici, forcella ammortizzata bloccabile dal manubrio, cambio 1×10 e motore integrato nella ruota posteriore. L’assistenza può essere impostata da 1 a 5, dove 1 significa “aiuto leggero” e 5 “motorino”. Il motore dà più assistenza quando si usano rapporti corti, in modo da aiutare nelle salite, per poi diminuire gradualmente con i rapporti più lunghi. Non mi trovo subito a mio agio, a me piace mantenere dei rapporti piuttosto corti anche in pianura ma se lo faccio il motore cerca di farmi andare più veloce; per cui in città tengo l’assistenza al minimo, rigettando la novità. Cambierò completamente opinione il giorno successivo.
Lungo tutta la costa corre un tratto della “Ciclovia Tirrenica” che costeggia la camminata del lungomare attraverso tutti i paesi della costa versiliana. Fu costruita per evitare che i ciclisti importunassero i pedoni sul marciapiede, in realtà è una vera arteria stradale: con un po’ di matematica spicciola si capisce subito qual è il mezzo che qui muove le masse, e non potrebbe essere altrimenti per un posto che raddoppia la propria popolazione in alta stagione. E’ unica per i due sensi di marcia, a volte è un po’ raffazzonata ma devo dire che nonostante i sobbalzi e la segnaletica fantasiosa, porta rapidamente e in sicurezza i pedalatori da levante a ponente e viceversa. I locali mi dicono che se dovessi percorrerla tutti i giorni non ne avrei un giudizio così positivo, ma capitemi, con questa bella giornata, una bici sotto il sedere e il mare al mio fianco, è difficile scollarmi il sorriso dalla faccia.
La nostra variopinta compagine attraversa su questa strada tutti i paesi della costa, ognuno con le proprie peculiarità: Forte dei Marmi, con il suo pontile originariamente utilizzato per caricare sulle navi il marmo usato anche da Michelangelo, divenuta ormai località VIP per iperabbienti; Marina di Pietrasanta nei cui boschi pare d’Annunzio fosse d’uso cavalcare ignudo il suo destriero; Pietrasanta, con i suoi panorami e la sua vocazione artistica e le numerose testimonianze di Michelangelo e Botero, del cui il naticuto soldato è a difesa di piazza Matteotti; Viareggio con le affascinanti vestigia di un secolo passato in cui gli altolocati trascorrevano lieti momenti in queste sgargianti costruzioni in stile liberty, a volte ben conservate e valorizzate, a volte stuprate da un negozio di sneakers fluo.
Anna chiude la fila e ci racconta tutto quello che sa di questi luoghi (molto più di quanto io possa scrivere e ricordare), mentre Alessandro cerca di tenere compatte le fila e di far rispettare la tabella di marcia, ma tra scatti fotografici e dolci indugi in gelateria, è un arduo compito. Finiamo il giro al frescolino del tramonto ammirando i super-yacht ormeggiati al porto, osservando il sole che si tuffa nel mare, con le montagne che fanno da sfondo dall’altro lato, 40km percorsi e voglia di farne ancora.
Il secondo giorno si unisce a noi Doriano, divinità locale metà sessantenne-metà bicicletta, i cui polpacci non temono il confronto dei nostri motori da 300W e che ha speso la sua vita percorrendo ogni sentiero battuto della zona, e sono convinto che ne abbia anche battuto qualcuno da sé. Tutte le persone che lo incontrano lo riveriscono scambiando calorosi decibel di toscanità. Ci inoltriamo nel Parco naturale Migliarino/San Rossore/Massacciuccoli. È un autentico paradiso in terra: pedaliamo su passerelle sospese su acquitrini brulicanti di vita, costeggiamo fiumi, incontriamo una famiglia di cinghiali, osserviamo le radici dei cipressi calvi sbucare dagli stagni.
Usciamo dal bosco e cominciamo a pedalare in aperta campagnasull’argine rialzato del fiume Serchio. Lo spettacolo è maestoso. I campi assumono ogni tonalità di verde, le montagne sullo sfondo incorniciano tutto e il cielo è blu zaffiro, mentre i profumi della primavera ci stordiscono. Forse è anche la fame, s’è fatta una certa.
Ci ristoriamo alla “Luna nel lago” tappa obbligata sulle sponde del lago Massacciuccoli. Il vulcanico Amel tiene banco e ci foraggia abbondantemente con delizie locali. Lardo rosa, affettati, formaggi… Una volta certo che non si tratti di volatili, ordino un piatto di “tordelli”, pasta casereccia al ragù dal ripieno leggermente speziato, sulla cui bontà i nostri commensali si arringano con fervore per una buona mezz’ora.
Il ristorante, con annessa sala da ballo country e barchetta per la traversata del lago, giace sull’itinerario ciclabile di Giacomo Puccini, che, incantato dal luogo, si fermò qui a vivere e a scrivere la sua musica.
Arriva il momento di gloria dei nostri elettro-destrieri, che senza esitazioni né sudori superano il dislivello e ci portano al punto panoramico della chiesetta di Massacciuccoli da cui si ha la vista di tutto il lago, delle rovine romane e dal quale si scorge anche la torre pendente di Pisa.
Ridiscendiamo, e scopriamo l’ambiente lacustre, attraverso il percorso dei “Fiori di Loto”, dove incontriamo file di “bilance”, tipiche casette palafittate sul canneto usate per catturare i pesci che si fermano sotto l’ombra della casetta stessa.
È tempo di tornare. Il giro oggi è stato di 67km e ricco di dislivelli e passaggi impegnativi, ci abbiamo messo 8 ore e 30 minuti, non siamo riposati ma sicuramente i nostri mezzi hanno aiutato i meno allenati (tra cui me) a giungere a fine giornata senza colpo ferire. La gioia di questo giro nella natura sovrasta addirittura il dolore alle natiche di chi non ha i pantaloni col fondello.
La Versilia, i suoi luoghi e le sue persone sorridenti sono cose che consiglio vivamente di scoprire, e la nostra amata bici è semplicemente il modo migliore per farlo.